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Passaggio generazionale di patrimoni e attività

L’espressione “passaggio generazionale” è entrata nel linguaggio economico giuridico come espressione sintetica che rappresenta una varietà di esigenze diverse.

La si incontra prevalentemente quando di parla di continuità di un’azienda familiare (sia essa dell’imprenditore individuale o di una società) nel momento in cui si prospetta un avvicendamento generazionale.

L’invecchiamento dell’imprenditore può determinare il rischio di perdere la ricchezza e il valore aggiunto dell’attività esercitata per qualche decennio in modo eccellente.

Il decesso dell’imprenditore, poi, quando non siano stati preventivamente affrontati i temi della amministrazione (governance), può portare alla ingovernabilità dell’impresa (derivanti dal frazionamento tra tanti eredi della titolarità dell’azienda o della società), con conseguenti perdite di valore.

Tipica della cultura imprenditoriale italiana e soprattutto dell’attivo tessuto economico del nord del nostro Paese, è la storia di tantissime imprese fatte nascere dall’intuizione e dalla capacità di una persona e da questa sviluppate fino a raggiungere, in moltissimi casi, dimensioni rilevanti per fatturato, diffusione globale, specificità dei prodotti e addetti impiegati.

Il censimento permanente delle imprese italiane effettuato dall’Istat (fonte: istat.it) riporta questi dati relativi alle imprese controllate da una persona o da una famiglia:

– 78,2% delle imprese da 3 a 9 addetti (642.069 imprese su 821.341)

– 65,6% delle imprese da 10 a 49 addetti (123.239 imprese su 187.734)

– 51,0% delle imprese da 40 a 249 addetti (10.772 imprese su 21.101)

– 37,0% delle imprese con oltre 250 addetti (1.318 imprese su 3.561)

Non solo il controllo ma anche la gestione aziendale di queste imprese è, nella maggior parte dei casi, di competenza dell’imprenditore o di un membro della famiglia proprietaria: se si considerano le sole unità con 10 addetti e oltre, infatti, ciò avviene in più del 95% dei casi mentre, nel complesso, solo il 3% circa delle unità affida la gestione a un manager selezionato all’interno o all’esterno dell’impresa.

Nel 74,4% delle imprese coinvolte, inoltre, il passaggio generazionale ha comportato un mantenimento del ruolo della famiglia proprietaria o controllante, e nel 20,2% un rafforzamento.

All’espressione “passaggio generazionale” si fa riferimento anche nel momento in cui si affronta il grande tema della propria successione a seguito del decesso. E’ un pensiero che prima o poi tutti affrontano e, oltre alle umane questioni spirituali, ci si preoccupa spesse volte della distribuzione tra i propri eredi dei beni che si lasciano. A volte, poi, questo passaggio può rappresentare un pensiero molto rilevante, capace di generare preoccupazioni di diversa natura: dalla volontà di distribuire immobili ai figli in modo conforme alla loro volontà senza passare da una fase di comunione ereditaria, oppure dalla impossibilità concreta di soddisfare nello stesso modo tutti i discendenti per disomogeneità dei beni (beni immobili, beni mobili e risparmi/investimenti bancari).

Particolare attenzione poi meritano tutte quelle situazioni nelle quali i discendenti (tutti o solo alcuni di loro), che saranno chiamati ad ereditare, non manifestano (ancora) idonee capacità per amministrare i beni loro destinati, con la preoccupazione che il patrimonio familiare venga successivamente disperso, vittima di cattive e mal consigliate scelte.

Il “passaggio generazionale”, sia esso aziendale/societario oppure successorio a causa di morte, comporta necessariamente l’adempimento degli obblighi tributari. Una corretta pianificazione passa dallo studio delle migliori soluzioni fiscali che comportano l’applicazione dei regimi agevolativi esistenti.

La condivisione con il Notaio dei temi sopra brevemente trattati, porta alla pianificazione del passaggio generazione con la valutazione e la scelta degli strumenti giuridici e del loro impatto fiscale.

In dipendenza dalle esigenze manifestate dal cliente, si dovrà pertanto valutare il trasferimento della piena  o della nuda proprietà dei beni interessati (azienda, quota di partecipazione societaria, immobili, investimenti); la riorganizzazione dell’impresa con la sua trasformazione in altro tipo con l’adozione di più efficienti sistemi di governance (ad esempio Consiglio di amministrazione con individuazione di amministratori ai quali attribuire particolari deleghe per specifiche attività); l’individuazione di soggetti terzi che possano “traghettare” il patrimonio, amministrandolo con competenze tecniche specifiche, alle generazioni future.

Soluzioni giuridiche che servono per realizzare una idonea pianificazione e realizzazione del passaggio generazionale, sono:

– testamento

– donazione

– trasformazione dell’impresa individuale o della società di persone verso forme più strutturate

– patto di famiglia

– trust